Conservare
l’istinto primordiale dall’osservazione
di
Michela Mazzorana (fotografa)
1 agosto 2018
L’isola,
seppur indipendente, appariva una colonia inglese, tanto nei piatti a
colazione trionfavano bacon e frittate. La visuale di tanti grassi
saturi non ingannava nessuno. Le splendide bimbe bionde si
trasformavano, in percentuale assai importante, in poco tempo, in
bomboloni. Le altre, quelle apparentemente sane avevano sicuramente
la cirrosi
epatica tanto odoravano e adoravano il gin.
Il
primo contatto dovrebbe essere, salvo cambiamenti,
oculare, d'altronde anche l'occhio vuole la sua parte, ci
hanno ben insegnato: prima occhiata furtiva, poi, se ritengo
l'esemplare meritevole, osservo meglio, senza arrivare alla
fissazione (licenza poetica per guardare fissamente), cerco di
farmi notare e mi sforzo di dire qualcosa di intelligente o almeno di
simpatico per rendermi un po’ interessante e prepararmi all'aggancio. Quanta inutile fatica, deve aver pensato il ragazzo
scozzese mingherlino rossiccio di capelli, con lentiggini e pelle
bianco latte da farmi sembrare abbronzata. La seconda volta che
lo ritrovo nella Spa, mi chiedo cosa starà leggendo con tanta
devozione, portandosi, anche dentro la vasca dell’idromassaggio, il
cellulare subacqueo. Apatico, sembra assorto in qualche studio
ingegneristico tanti da non alzare neppure uno sguardo furtivo sulla
ragazzina, dai lunghi capelli, rara taglia 40 e bellezza del
circondario.
E
così, volendolo, ho sbirciato con non chance, sullo schermo piatto
per capire quale equazione lo rendeva immune dall'osservazione.
Sorpresa
devastante: era solamente ipnotizzato da una foto di una ipotetica
seducente modella in costume, inginocchiata davanti a lui. Figa,
imbalsamata, ritoccata per renderla perfetta. E, sopratutto,
tristemente irraggiungibile. Se fosse stato mio figlio o riuscissi a
reggere una conversazione su questi aspetti estetici in inglese,
avrei iniziato così: "Dear, I’m very sorry for your future. I thing
that you are a silly! O una cosa così…
Come
fai a infarciti gli occhi di uno scatto già fatto, quando hai
davanti il mondo da cui ricavare immagini, sogni e orgasmi reali? Non
sai più osservare? E quella povera ragazza con il suo splendore, cosa potrà mai fare per sedurre un così incapace osservatore?
Osservare, catturare con gli occhi il mondo, allenamento
visuale-mentale per provare piacere, e semmai rielaborarlo con un
click.
Sguardo
dunque sono, penso.
E così per la legge del contrappasso mi ritrovo davanti una coppia attempata più audace, magari creatasi grazie ad una chat, che ora, per l’emozione di ritrovarsi corpo a corpo, aziona l’auto scatto e pensandosi in un centro erotico, inizia a riprendersi in effusioni amorose. Come dire, il potere delle immagini passa da un estremo all'altro. Sempre per quel famoso istinto. Lungi da me, trasformarmi in una voyeur, vado a riprendere (non in senso fotografico) mio figlio in piscina.
Buon
agosto a tutti, e ricominciate a guardare, oltre lo schermo, che non
ha mai fatto male!!!!