I MIEI ESERCIZI DI STILE. Macchine fotografiche d’epoca e
ritratti di famiglia.
È
trascorso molto tempo da quando mi sono appassionata alla fotografia;
mio padre era ancora vivo e, forse, con la perspicacia che lo
contraddistingueva, aveva già iniziato, poco prima che gli inizi
della mia passione germogliassero, ad acquistare alcune macchine
fotografiche d’epoca in giro per i mercatini dell’usato tedeschi
e ungheresi, in parte anche lui affascinato da questa arte, in parte
perché forse sperava che il custodirle sarebbe stato per me un modo per
rendere meno dolorosa la sua assenza. Quelle macchine appartenute
chissà a chi, magari a qualche fotografo famoso (!), le ho portate
sempre con me, trasloco dopo trasloco, appartamento, dopo appartamento, fino a che
sono approdate nella libreria della mia nuova casa, simboli di un
destino che già mi apparteneva.
Solo
io posso capire quanta poesia, quanti sogni, quanti ricordi, quanta
speranza racchiudono.
Per
me valgono tantissimo, per gli altri sono rottami inutili, e va bene
così.
Dopo
aver fotografato tutto ciò che mi capitava davanti, con il furore di
chi non sa ancora capire la differenza fra un f.2,8 e f.22 ma pensa
di scattare per prima, le migliori foto al mondo, ho immortalato
fiori, paesaggi, pezzi di vetro, città e sopratutto fatto di parenti
e amici delle cavie che sopportavano la maggior parte delle volte con
calma e pazienza, le mie indicazioni di posa, i miei click, la mia
insistenza. La mia nonna materna, ad esempio, dopo le prime
titubanze, era diventata, nonostante permanesse in lei una certa
timidezza, persino vanitosa, e di lei conservo dei ritratti piacevoli
e divertenti. Al contrario mio nonno, si chiedeva perché dovevo
buttare il tempo in questo modo, visto che il mestiere del fotografo
per lui non era un vero mestiere e deve aver pensato che ero
rinsavita solo quando ho iniziato anche ad insegnare; ma tutto
sommato anche lui, che era stato in gioventù un bell'uomo e si
faceva ritrarre con portamento da divo nelle piccole cartoline che
spediva a casa dalla Svizzera, mi concedeva qualche volta di essere
ritratto, sopratutto nelle occasioni importanti. Ma le sue più belle
foto rimarranno, non quelle negli abiti da cerimonia ma quelle
istantanee a fianco al suo primo bisnipote, nel cortile di casa,
negli abiti di tutti i giorni, perché finalmente rideva anche con
gli occhi e sembrava essere tornato bambino.
Mio
fratello sbadigliava volutamente o meno, in modo tale da mettere
presto fine ai miei esercizi. La più fotogenica della famiglia è
sempre stata mia mamma. I suoi occhi azzurri, ereditati dai suoi
genitori e trasmessi alla mia nipotina, sono sempre stati folgoranti.
Hanno sempre lasciato trasparire i suoi stati d’animo, le
preoccupazioni, il dolore, la malinconia e la felicità immensa
sopratutto davanti alla nascita dei suoi nipoti. È
l’unica persona che invecchiando sembra sempre più fotogenica.
Il
ritratto a cui sono molto legata è il ritratto della mia bisnonna
Angela. Abitava in un’altra regione e la vedevo al massimo una
volta all'anno. Era quasi centenaria quando, davanti alla finestra
della sua cucina, ovviamente, non poteva sfuggire al mio obbiettivo.
Complice la luce del mattino, la sua dolcezza e i suoi capelli
bianchi sempre curati e ben raccolti, ne è uscita un’immagine di
una bellezza incantevole. Un unico scatto (la pellicola costava!)
perfetto. Poche donne, arrivate alla sua età, ma anche più giovani
possono dire di essere state così belle. Non era di certo una
bellezza fisica, perdurata da una manipolazione disperata della
chirurgia. Rimarrà uno dei miei scatti preferiti perché ho
catturato la saggezza di una vita vissuta con onestà e bontà. La
bisnonna sembrava più splendida di una modella ventenne. Ciò
sembra strano che possa accadere, se non le rare volte in cui,
davanti a te trovi e riesci a riprendere la vera bellezza: quella
senza tempo. Sì, può succedere se riesci a riprendere
l’anima, come se un congegno fotografico fosse davvero capace, come
pensavano gli indiani d’America, in una sorta di
sortilegio, di catturarla.
Autore: Michela Mazzorana, 25/04/2019 W la libertà di stampa, W la
libertà di parola, W la democrazia! Tutti i diritti riservati.